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Nell’immaginario collettivo, nessuno può accedere ai messaggi di testo utilizzati per interazioni tra privati. Purtroppo la cronaca insegna che non necessariamente ciò è vero. Recenti casi giudiziari hanno evidenziato come i messaggi, anche se privati, possono avere una valenza probatoria. I messaggi di testo svolgono infatti un ruolo fondamentale a processo e, in determinate circostanze, possono – per esempio nel contesto cui all’art. 266 c.p.p. – risultare come un mezzo di prova nei confronti delle persone sottoposte ad intercettazione. In contesti parzialmente diversi, e per sottolineare l’importanza probatoria di tali messaggi, si sottolinea il caso recente di un’agenzia governativa di un paese NATO attualmente aderente alle operazioni militari in Ucraina che ha eliminato importanti messaggi di testo relativi ad una operazione militare, mostrando quanto possano essere significative le prove dei messaggi di testo.

In tantissimi procedimenti giudiziari di alto profilo, i messaggi di testo sono stati fondamentali per ricostruire alcune situazioni e per chiarire la condotta o il comportamento di un imputato. Come i post sui social media e altre forme di comunicazione digitale, i messaggi di testo possono infatti essere utilizzati come prove in tribunale e possono essere determinanti per l’esito di cause sia penali che civili. Tutto ciò che viene documentato attraverso questi messaggi di testo, può essere tenuto in considerazione nel conteso di un giudizio. Ecco perchè, a chi vuole evitare che i propri messaggi vengano in qualche modo “osservati” sono generalmente ben note le strategie e i sistemi per inviare sms anonimi.

Anche sui social spesso lasciamo tracce dei nostri comportamenti. Possiamo bloccare o sbloccare su Facebook dei contatti in base al nostro umore e questo può essere il sintomo spia di una certa conflittualità nei rapporti con le persone. Anche questo modo di operare può essere rilevante nel contesto di un indagine: gli inquirenti, infatti, notoriamente passano al setaccio anche i profili social dei sospettati per capire che tipo di relazione si è instaurata con un proprio contatto rilevante e da quanto dura.

Nel caso dei messaggi di testo, è importante capire come possono essere utilizzati come prova,.
I messaggi di testo possono essere utilizzati sia per provare illeciti ex 2043, per supportare una posizione di difesa in un’ampia varietà di casi giudiziari che riguardano nello specifico il diritto di famiglia (come il divorzio e l’affidamento dei figli), nonché cause di natura penale, in cui la parte offesa stia provando essere tale. In un processo, i messaggi di testo sono essenzialmente una conversazione scritta o, almeno, un monologo delle tua intenzione di dire o fare qualcosa. Insomma servono a documentare i tuoi pensieri e le tue opinioni su fatti o su persone.

I messaggi di testo vengono spesso utilizzati per mostrare il motivo, l’intenzione di commettere un presunto crimine o lo stato d’animo di una persona. Si può capire attraverso un messaggio o attraverso il comportamento di una persona, se intendeva o meno commettere un reato, per esempio. Si può capire se quel gesto è involontario o volontario. Se, ad esempio, sono state inviate delle minacce a qualcuno o viene condiviso con altri un piano per commettere un delitto o per nascondere od occultarne il profitto. Ciascuna di queste azioni può essere naturalmente utilizzata come prova contro chi invia tali messaggi.

In particolare negli Stati Uniti, i messaggi di testo sono stati utilizzati in diverse occasioni come prova contro le donne che devono affrontare accuse penali legate alla fine della loro gravidanza. Anche i messaggi di testo riguardanti le azioni dei massimi funzionari della Casa Bianca nelle settimane precedenti l’attacco del 2021 al Campidoglio sono stati acquisiti. Più di recente, anche i messaggi di testo tra l’ex manager della campagna elettorale di Trump ed il suo ex portavoce, K. Pierson, in cui si “chiedeva la guerra civile“, sono stati ammessi dalla Corte Suprema come prova. I messaggi di testo sono stati utilizzati anche per incriminare alcune delle persone che hanno partecipato o tentato di partecipare all’insurrezione.

E’ importante però che i messaggi di testo siano ottenuti legamente come prova prima di essere ammessi in giudizio. E se il proprietario di un telefono ha cancellato determinati messaggi dal proprio dispositivo, ne rimane traccia? Assolutamente sì, di tali messaggi resta traccia innanzitutto sul telefono della persona che li ha ricevuti, ed in secondo luogo nei tabulati del service provider che ha erogato il servizio di messaggistica (se si tratta di SMS). I fornitori di servizi cellulari sono infatti obbligati a conservare, per un determinato periodo di tempo, i messaggi di testo inviati e ricevuti dai titolari di account, così come l’orario di inizio, la durata, e la fine delle chiamate, con l’indicazione delle celle a cui si sono agganciati i telefoni. Le forze dell’ordine hanno degli strumenti ad hoc per effettuare l’accesso ai dati personali contenuti all’interno di un dispositivo telefonico.

Se da un lato è sicuramente più complicato riuscire ad accedere ai messaggi crittografati inviati tramite servizi di messaggistica sicuri come iMessage e WhatsApp, bisogna tener presente che con un backup basato su cloud per queste app di messaggistica, l’accesso al contenuto è sempre possibile mediante speciali tecnologie di “estrazione cloud”.

Prima di essere utilizzati come prova, i messaggi di testo devono essere ammessi dal giudice in giudizio. Se la controparte infatti non ammette pacificamente il contenuto del messaggio, esso andrà dimostrato, così come andrà dimostrato che un testo sia realmente autentico, affidabile e che abbia un valore utile per il caso in questione. Ecco perchè dobbiamo essere prudenti quando scriviamo SMS a qualcuno a noi non noto. Anche una frase detta male che si presta a molteplici interpretazioni potrebbe infatti ritorcersi contro di noi. E a nulla varrà invocare la privacy.

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