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Le sfide del settore FinTech

di Niccolò Nalesso


  1. Evoluzione dei Financial Services

Le attuali dinamiche macroeconomiche e tecnologiche stanno determinando cambiamenti strutturali nel settore dei Financial Services. Innovazioni quali Intelligenza artificiale, Internet of Things, criptovalute e Blockchain sono in grado di ridefinire la natura dei servizi e di delineare un nuovo scenario competitivo.

In questo contesto si inserisce il fenomeno del Fintech, il cui termine intuitivamente nasce dall’unione delle parole “finance” e “technology”. Secondo il Financial Stability Board (FSB), il fintech è un’innovazione finanziaria tecnologicamente abilitante che si traduce in nuovi modelli di business, applicazioni e processi o prodotti con un effetto materiale associato su mercati e istituzioni finanziarie e per la fornitura di servizi finanziari.

Le società operanti nel settore Fintech mirano dunque a garantire una maggiore semplicità nell’utilizzo dei servizi finanziari attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, favorendo altresì un rapporto fiduciario con i consumatori superiore a quello dei tradizionali operatori finanziari.

  1. Le mobile payment app

La testimonianza più evidente della diffusione del fenomeno Fintech sta nelle mobile payment app e nei correlati wallet digitali.

In tal senso, una delle primissime esperienze di successo è certamente stata Venmo.

L’app Venmo è ancora oggi una delle più diffuse applicazioni di pagamenti peer-to-peer e wallet digitali negli Stati Uniti, e permette di trasferire denaro mediante un’app per telefono cellulare.

Nacque nel 2009 grazie alle idee di due studenti dell’Università della Pennsylvania, Iqram Magdon-Ismail e Andrew Kortina. Il primo aveva dimenticato il portafogli durante un viaggio a Philadelphia e chiese ad Andrew di coprirgli le spese per il weekend. In seguito, i due cercarono una maniera più semplice per Iqram di restituire i soldi prestati da Andrew. La soluzione era a portata di mano: il proprio smartphone[1]. Da allora Venmo ha raccolto decine di milioni di utenti ed è stata acquisita da Paypal nel 2014[2].

Tuttavia, volendo tentare di individuare uno dei nuovi modelli di business potenzialmente più interessanti per il prossimo futuro, non si può non parlare del noto colosso americano Square, Inc.[3]

Square è in una posizione unica in quanto gestisce due ecosistemi di pagamenti: da un lato i Point of Sale (POS) hardware e software per i commercianti, dall’altro Cash App. La nostra attenzione viene attirata necessariamente da quest’ultima.

Ad oggi, Cash App offre servizi bancari quali depositi, carte di debito, accessi ATM ed una piattaforma per investire in azioni e criptovalute. Tuttavia, nel prossimo futuro, ci si attende da Square la possibilità di usufruire di servizi comparabili a quelli delle banche tradizionali, quali finanziamenti, carte di credito, mutui ed assicurazioni, il tutto a costi decisamente inferiori a quelli abituali[4].

Attraverso la fusione di questi due macro servizi, Square sarebbe in grado di eliminare i costi di intermediazione, e al contempo di mettere direttamente in contatto consumatori e commercianti.

Invero, le opportunità offerte dal settore del mobile payment hanno condotto la quasi totalità delle principali aziende tecnologiche a sviluppare una propria app per i pagamenti. Si pensi ad Apple Pay, Samsung Pay, Lg Pay, ed a breve avremo a disposizione anche Whatsapp Pay.

Lo stesso trend ha coinvolto anche i mercati emergenti. In Cina le mobile payment app sono state introdotte attraverso servizi come Alipay e WeChat Pay, i quali controllano circa il 95% del mercato dei pagamenti. Anche in questo caso, i servizi offerti non si limitano alla possibilità di inviare denaro, bensì sono inclusi l’accesso a prodotti di investimento, l’accesso al credito e l’e-commerce. Non è un caso che, secondo un’analisi della World Bank, il volume dei pagamenti attraverso mobile in Cina abbia superato i 4 trilioni nel 2018 e potrà raggiungere i 26 trilioni nel 2026[5].

Il trend coinvolge ovviamente anche le altre aree del pianeta. Per citarne alcuni, LINE Pay in Giappone, Grab Pay a Singapore, MercadoPago in Sud America, e molte altre.

Del resto, secondo una ricerca condotta da ARK Investment Management LLC, i pagamenti mobile peer-to-peer stanno penetrando tra le varie fasce di popolazione più rapidamente di quanto fecero i social media dieci anni fa.

Questo avviene per due ragioni fondamentali. La prima va riscontrata nelle reward offerte dalle mobile payment app per invitare amici e familiari ad unirsi al network dei pagamenti. La seconda, consiste invece nella riduzione dei costi per l’affiliazione di nuovi utenti, pari a circa 20 dollari, il che permette a queste società di raggiungere una platea molto più vasta rispetto alle banche tradizionali (per le quali il costo medio ad utente si aggira attorno ai 1.500 dollari)[6].

  1. La sfida con le challenger banks

Spostando l’attenzione sul lato bancario, vanno necessariamente menzionate le challenger banks, ovvero banche che non possiedono filiali né fisiche né online, e che mettono a disposizione i propri servizi unicamente attraverso app e smartphone.

Hanno preso il via negli Stati Uniti dopo la crisi finanziaria del 2008, attraverso il Durbin Amendment[7], con il quale è stato consentito a banche con asset inferiori ai 10 miliardi di dollari di applicare commissioni sulle transazioni da carte di debito superiori a quelli delle banche tradizionali.

A questo punto, viene naturale domandarsi se, tra i servizi offerti dal mondo FinTech, ve ne siano alcuni con le potenzialità di avvantaggiarsi sulla concorrenza.

Da un lato, le challeger banks possono contare sui classici prodotti bancari quali depositi e carte di debito, i quali non sempre risultano essere presenti nelle mobile payment app.

D’altro canto, va osservato che i servizi di mobile payment, diversamente dalle challenger banks, possono contare sulle numerose sorgenti di reddito citate, alle quali vanno aggiunti gli introiti derivanti dagli abbonamenti al servizio.

Tuttavia, il principale e probabilmente decisivo vantaggio per le mobile payment app risiede nel già citato network di clientela, che permette il facile e veloce coinvolgimento a catena di amici e familiari.

Al contrario, i clienti delle challenger banks gestiscono il proprio denaro avendo ancora come riferimento principale i loro tradizionali conti correnti bancari, ed usano i servizi offerti dalle prime come risorsa alternativa ed occasionale. Viene infatti stimato che solamente il 30% dei loro utenti effettui un deposito di denaro nel proprio account[8].

Pertanto, è probabile che nel prossimo futuro saremo portati a gestire le nostre finanze sempre più mediante le mobile payment app ed i wallet digitali, anche per servizi che oggi sembrano appannaggio delle banche tradizionali.

  1. Prossime sfide per il Fintech: Covid-19 e cyber security

Dall’analisi globale condotta da PwC[9], è emerso come la pandemia abbia in molti casi favorito le società Fintech, che sono state in media meno danneggiate dalla crisi, o sono addirittura riuscite a guadagnare quote di mercato. I noti problemi legati alla diffusione del Covid, hanno infatti aperto ancor più le porte ai pagamenti on-line ed ai wallet digitali per lo scambio peer-to-peer.

D’altro canto, per molti operatori retail la possibilità di offrire soluzioni di pagamento alternative al contante, oltre a quella di fornire un servizio di e-commerce, ha rappresentato un argine contro il calo di fatturato che ha colpito la stragrande maggioranza dei settori commerciali.

Questa velocità di trasformazione digitale ha a sua volta determinato un incremento considerevole in termini di frodi e violazioni informatiche. Si rende dunque necessaria per le società Fintech l’elaborazione di un’infrastruttura IT consolidata, che si fondi su sistemi di crittografia all’avanguardia, e che sia in grado di offrire una protezione completa dalle minacce informatiche.

Ad oggi, i bersagli di queste minacce sono da un lato gli utenti, attraverso attacchi di phishing volti ad impadronirsi delle credenziali di accesso ai servizi, e dall’altro l’integrità dei dati stessi, che viene intaccata attraverso la violazione dell’infrastruttura informatica stessa, attraverso attacchi DoS (Denial of Service) e ransomware[10].

La prossima sfida per il settore sarà dunque quella di implementare un livello di sicurezza informatica che assicuri un servizio efficiente, continuo e sicuro.


[1] Per approfondire v. “Origins of Venmo.” Kortina.nyc, kortina.nyc/essays/origins-of-venmo/

[2] All’interno dell’operazione di Paypal per l’acquisizione di Braintree, che possedeva già Venmo dal 2012.

[3] https://squareup.com/us/en

[4] Per approfondire v. https://ark-invest.com/articles/analyst-research/square-valuation/

[5] Per approfondimenti, v. World Bank, “Global and China Mobile Payment Industry Report, 2020-2026″.

[6] Friedrich, Max. “Digital Wallet Companies Can Bank the Unbanked, Traditional Banks Can’t.” ARK Investment Management.

[7] https://www.law.cornell.edu/uscode/text/15/1693o-2

[8] Digital Bank Chime Quadruples Valuation in Less than a Year to $5.8 Billion as It Takes on Megabanks.” CNBC, CNBC, 6 Dec. 2019, www.cnbc.com/2019/12/05/chime-quadruples-valuation-to-5point8-billion-as-it-raises-500-million.html

[9] https://www.pwc.com/it/it/industries/fintech/docs/pwc-fintech-covid19.pdf

[10] Per approfondire, v. https://www.fintechmagazine.com/venture-capital/accenture-fintech-cybersecurity-and-how-manage-risk


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