Contraffazione e pirateria: analisi del fenomeno e misure di tutela
di Giulia Vendrame
Le nozioni di contraffazione e di pirateria, com’è noto, possono variare da una lingua all’altra.
Il termine contraffazione deriva dal latino medievale contrafactio-onis e significa imitare adulterando, falsificando. In particolare, con il termine contraffazione, si designa genericamente la creazione di un prodotto, di un processo o di un servizio in violazione di un diritto di proprietà industriale. Tale ampia definizione ricomprende fatti estremamente diversi fra loro; viene, infatti, indistintamente richiamata sia la riproduzione abusiva dell’altrui marchio, sia l’indebito sfruttamento dell’altrui invenzione industriale, e può riferirsi al più semplice degli oggetti come al più sofisticato fra i ritrovamenti tecnologici.
La contraffazione è un fenomeno che affonda le sue radici nella storia dell’umanità; già nell’antica Roma si imitavano e si falsificavano i sigilli che contraddistinguevano le opere degli artisti e scultori più famosi. Successivamente, si arrivò addirittura a contraffare un editto dell’Imperatore Costantino, utilizzandolo al fine di dimostrare che la Chiesa aveva ricevuto dall’Imperatore i pieni poteri consistenti nella sovranità temporale su Roma e su tutto l’impero Romano d’Occidente, nonché la donazione del palazzo Lateranense e di numerose altre proprietà immobiliari.
Si tratta, dunque, di un fenomeno che ha sempre accompagnato il cammino dell’uomo, evolvendosi da forme più semplici in altre più sofisticate a seconda dei progressi tecnico-scientifici dell’umanità.
Per quel che concerne invece la pirateria, ai sensi dall’art. 144 c.p.i., sono considerati “atti di pirateria” le contraffazioni evidenti di marchi, disegni e modelli registrati, nonché le violazioni di altrui diritti di proprietà industriale realizzate dolosamente in modo sistematico.
Come si può notare, dunque, l’espressione “atti di pirateria” ha una portata più ridotta rispetto alla nozione di contraffazione. Infatti, innanzitutto, affinché una violazione di diritti di privativa possa essere configurata come “atto di pirateria”, quest’ultima dev’essere evidente. Inoltre, la violazione dev’essere connotata dall’elemento soggettivo del dolo e deve assumere caratteri di sistematicità. Si potrebbe dunque affermare che vi sia un rapporto di genus ad speciem: in estrema sintesi, quindi, la “pirateria” è una forma di “contraffazione” connotata da elementi di maggiore gravità.
In merito alle misure di tutela volte a reprimere il fenomeno della contraffazione, la nostra legislazione accompagna linee di tutela civilistica e strumenti di repressione penale. Quest’ultimi, risultano improntati ad un corpo di norme generali, congegnate e fissate all’interno del Codice Penale negli anni trenta con un’evidente impostazione a tutela della fede pubblica, cui si sono recentemente aggiunte varie disposizioni a carattere speciale, spesso di stampo altamente settoriale e tecnico, in specifici campi commerciali più massicciamente interessati al fenomeno.
Il d.lgs. n. 131/2010 ha introdotto alcune modifiche volte a rendere più efficiente il contrasto ai fenomeni di contraffazione organizzata, anche grazie alla nascita di un nuovo organismo, il Consiglio Nazionale Anticontraffazione (CNAC), al quale vengono riconosciute espressamente funzioni d’indirizzo, impulso e coordinamento delle azioni strategiche intraprese da ogni amministrazione, per consentire il miglioramento dell’azione di contrasto alla contraffazione a livello nazionale, soprattutto con riferimento alla tutela del “Made in Italy” e dei prodotti nazionali.
Con specifico riferimento alle misure contro la pirateria, invece, il d.lgs 140/2006 ha introdotto l’art. 144-bis c.p.i., rubricato “sequestro conservativo”, misura strumentale alla domanda di risarcimento del danno derivante dagli atti di pirateria, che prevede che il soggetto leso che indichi al giudice circostanze idonee a pregiudicare il risarcimento del danno patito, può ottenere un provvedimento di sequestro conservativo dei beni mobili ed immobili del preteso autore della violazione, ai sensi dell’art. 671 c.p.c..
L’art. 146 c.p.i. poi, fatta salva la repressione dei reati e l’applicazione della normativa di competenza delle autorità doganali, prevede una forma di sequestro amministrativo della merce, disposto dal Ministero dello Sviluppo Economico per mezzo dei prefetti e dai sindaci, limitatamente al territorio comunale. Decorsi tre mesi dal sequestro amministrativo, può essere autorizzata dal Presidente della sezione specializzata competente per territorio, la distruzione della merce sequestrata, salva la facoltà di disporre la conservazione di campioni per fini giudiziari. Il provvedimento di distruzione è opponibile in applicazione della l. n. 689/1981.
E’ bene precisare che la l. n. 99/2009 (c.d. Legge sviluppo) è intervenuta altresì a combattere la pirateria nelle imprese, prevedendo che gli amministratori delle aziende, ma anche enti pubblici, saranno sanzionati per il dipendente che viola il copyright.
Ad ogni buon conto, oltre alle attività svolte dalle Istituzioni e dagli operatori delle Forze dell’Ordine, azioni di rilievo nella lotta alla contraffazione vengono svolte altresì dall’Agenzia delle Dogane. Nello specifico, il nuovo Regolamento doganale (Regolamento UE n. 608/2013), conferisce alle autorità doganali delle frontiere dell’Unione Europea più ampi poteri sulle merci contraffatte o usurpative, rendendo più facile la distruzione delle suddette merci contraffatte.
Per concludere, si può affermare che la lotta alla contraffazione dev’essere sostenuta da una forte volontà politica e deve considerare la necessità di realizzare azioni di contrasto non solo a dimensione nazionale, ma anche comunitaria ed internazionale, promuovendo la cooperazione amministrativa rinforzata in cinque settori (mezzi d’azione e procedure, interventi e controlli sul territorio, evoluzione degli ordinamenti nazionali, proposte avanzate in ambito comunitario, cooperazione con paesi terzi, tra i quali la Cina rappresenta una priorità), il dialogo maggiormente strutturato sulle questioni giudiziarie, nonché campagne di informazione e sensibilizzazione dei consumatori.
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